lunedì 10 luglio 2017

Dieci canzoni d'afa



Credo che oggi sia il giorno più caldo dell'estate. Fino ad ora e fino alla sua fine, spero. Troppo caldo per uscire, ma troppa noia per non farlo. La soluzione è ascoltare qualche canzone, magari dopo aver acceso il ventilatore per non sudare dalle sopracciglia. Perché sì, alcune canzoni colgono alla perfezione l'essenza del lato noioso, afoso, immobile e opprimente dell'estate, e si sa che la musica cura qualsiasi affaticamento psicofisico.

Overcome, Tricky, 1995
Un sussurro affannoso, un atmosfera ambient che sa proprio di deliquio, ecco l'ipnosi di fondo del sole battente. L'opening track di Maxinquaye, primo album del guru del trip-hop Tricky è la sintesi perfetta dell'afa. Da ascoltare a occhi chiusi, quando non vedi il nero ma l'arancione del sole sotto le palpebre.

Un giorno dopo l'altro, Luigi Tenco, 1966
La routine dell'estate che si trascina passo dopo passo e giorno dopo giorno, che sia fatta di sessioni d'esame o di feste sino all'alba, è un sentimento comune a tutti. E tipicamente tenchiano, come si sente in questa famosa ed indispensabile ballata malinconica del tenebroso cantautore italiano.

Jungla, Reggae National Tickets, 1996
E in questi casi, la città diventa una giungla. Immaginate girare nei mercati affollati al mattino: sono felice di non conoscere questa sensazione. La si immagina in questo pezzo degli italiani Reggae National Tickets, con l'attuale Alborosie al microfono che allora registrava il suo primo disco a soli 19 anni. Un caleidoscopio esotico di dub e chitarre seducenti.

Sun is shining, Bob Marley & the Wailers, 1978
Restando in territorio reggae, è iconico questo brano del profeta Bob Marley contenuto nel suo album Kaya. La canzone in realtà risale agli anni storici con i primi Wailers, e di quegli anni conserva il sapore roots e giovanile: basta ascoltare per essere catapultati in una spiaggia giamaicana, che afa o no, è comunque bella.

Paranoia, Chance the rapper, 2013
Ce n'è anche per il rap. Il canadese Chance the rapper, col suo stile metà hip hop metà psichedelico, ci regala nel suo secondo album un vero trip oscuro, la hidden track Paranoia. Qui c'è da aver paura: "Everybody dies in the summer/So pray to God for a little more spring".

Le vacanze dell'ottantatré, Baustelle, 2000
Che ne dice il rock italiano più recente di tutto questo? I Baustelle, ora impegnati nel (nemmeno a farlo apposta) L'estate, l'amore e la violenza tour, inserivano nel loro primo album un gran bel pezzo sospeso tra elettronica retrò e chitarre rock. Il testo narra di un amore mai sbocciato, come tutte le cose che nascono in estate e muoiono prima dell'autunno.

Sotto 'o sole, Pino Daniele, 1980
A proposito della musica italiana: fondendo blues e prog, il mitico Pino Daniele racchiude nella traccia finale del suo album capolavoro Nero a metà l'umore fatto musica di quando davvero si ha preso troppo sole e la testa pesa.

June is finally here, Don Caballero, 1998
Torniamo a parlarvi degli americani Don Caballero, inseriti nella nostra lista dei dischi esclusi degli anni '90. Con il loro singolare stile (mathrock o post-rock che dirsivoglia), picchiano sugli strumenti o li accarezzano proprio come fanno su di noi i cambi di stagione o di temperatura. Il pezzo va ascoltato in qualsiasi momento dell'anno.

Take me to the other side, Spacemen 3, 1987
Qui c'è poco da dire. La voce ed il sintetizzatore esprimono a pieno l'estate che sta vivendo il sottoscritto negli ultimi giorni. Approfittatene per conoscere la band che ha iniziato il movimento shoegaze.

Indian summer, The Doors, 1967
Con questa pregevole bonus track del loro album d'esordio, i Doors sintetizzano tutti gli umori estivi di cui ho parlato sinora in pochissimi minuti. Un sogno, niente da aggiungere.

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